31.8.04

Dalla A alla Z

Abbigliamento. Due piccole note di colore per dimostrare quanto si può sbagliare vestendosi da McK negli States: il negozio di fronte a casa mia espone un cartello "shirt and shoes required", il padrone di casa australiano di una festa dello scorso week-end aveva una camicia con un albero che produceva boccali di birra e pecore ubriache. Persino due ragazze serbe sono rimaste scandalizzate (horribile visu).
Banca Mondiale. Atrio alto all'infinito tutto di vetro. Gente di razze e paesi che non nominavo da quando studiavo geografia alle medie. Che dire mi sono sentito un po' provinciale al primo impatto. Per fortuna sono tutti molto gentili. A volte anche troppo. Ho incontrato il mio vicino di stanza ubriaco in un pub domenica sera e non riuscivo a scrollarmelo di dosso. Voleva che uscissi con l'amica di quella con cui ci stava provando (che marpioni questi americani).
Casa. La troverò un giorno? Per adesso sono in un orribile basement nel posto più figo di Washington (per darvi un'idea JFK abitava a venti metri)
Discoteche. Qui chiudono alle due. Praticamente l'orario perfetto per i morti di sonno cronici come me. Ti chiedono il documento d'identità pure se hai sessant'anni (sotto i ventuno non puoi bere alcolici). Sapete come sono gli americani una procedura è una procedura
Europei. A parte che qui non sapevano proprio di cosa si trattasse, ho visto il secondo tempo della finale in una pizzeria italiana piena di greci e portoghesi con tanto di bandiere, sciarpe, etc. Da notare una signora cinquantenne austriaca seduta fra i tavoli che candidamente dichiarava di non capire un c. di calcio ma di apprezzare il fisico dei calciatori...
Fitness. Cerco di far finta di essere un fissato della palestra. Fino ad oggi ogni giorno a faticare in mezzo a bestioni obesi da 200 chili e pompati incredibili. Gli americani non sono molto forti sulle vie di mezzo.
Generazioni. Qui gli italiani trentenni figliano che è un piacere. Alla prima festa ho avuto un shock. C'erano più carrozzelle, pappette, biberone e ammennicoli vari che in un reparto maternità. Che sia l'aria di Washington? Cmq magari ci risollevano il tasso di natalità.
H. Adesso non è che perchè uno comincia un giochino deve fare proprio tutte le lettere....
Inglese. Quando la madre di Diana sosteneva che gli americani non parlassero inglese pensavo fosse ridicola. Comincio a temere di non avere sempre ragione
Lavoro. Ancora non si comincia. L'indiano con il quale lavoro fra lo Zambia, la Palestina e non so più quali paesi. Per adesso leggiucchio. Vado al Fondo monetario in biblioteca (ma quanto sono gaggio, fra l'altro hanno pure tutti i giornali italiani) e passo una quantità di tempo pazzesca nel bar dove vanno tutti gli italiani e i francesi. Insomma mi alleno per la mia vita romana prossima ventura (incrociamo le dita).
Mensa. A parte che la mensa a sezioni con i cibi di tutto il mondo (pazzesco!) volevo solo dirvi che sono sempre io: giorno uno arrivo in mensa e vedo una serie di piatti con un cartellino con i prezzi. Penso che si tratti dell'angolo delle occasioni acchiappo un piatto e me lo porto via lasciando tutti sbigottiti (era il menù praticamente). Giorno due, mensa del Fondo Monetario con le posate placcate. Il vostro eroe è più abituato alla mensa di McDonald evidentemente. Prendo il vassoio e rovescio tutto il contenuto nel cesto dell'immondizia (posate incluse). La mia fuga rimarrà negli annali.
Novantaquattro. Sono i giorni che mancano al mio rientro in Italia. Quando la smetterò di fare i conti alla rovescia per tutto forse diventerò una persona più normale
O. vedi H.
Party. Come avrete capito qui ogni sera qualcuno fa una festa (sempre meglio che lavorare). Si mettono in evidenza fino ad oggi le feste a bordo piscina del lunedi di un ucraino. Perchè le fa il lunedi? Perchè era un giorno un po' morto e voleva animare la comunità..... che gente....
Quattro luglio. Quasi il giorno di Natale per gli americani. Avevano bandierine su tutte le macchine. Molto carini i fuochi artificiali visti da sotto il monumento a Washington sul mall. Avevamo pianificato di fare addirittura un americanissimo pic-nic sul prato ma un temporale ha stroncato le nostre aspirazioni.
Ristoranti. Vi segnalo solo le crab house: praticamente la Selvotta con i granchi al posto della porchetta. Molto sofisticato....
Sequoia. Il locale più amato dalla comunità italiana a Washington (praticamente un piccolo villaggio). Devo dire molto bello, sul fiume Potomac, con i motoscafi che fanno un po' Sardegna, il tramonto, etc.
Topi. A parte Nuova Delhi è il posto con più topi che abbia mai visto. Proprio l'ideale per uno con una fobia come la mia. Ieri ne ho visto uno morto accanto alla Casa Bianca...
Undici settembre. Stasera vado a vedere il film di Micheal Moore. Qui ne parlano tutti, è sempre tutto esaurito. George W. Se la vedrà brutta nel District of Columbia
Venti. Vi ho già annoiato con venti lettere, vi risparmio la ventunesima. Alla prossima!
White House. Lo so ho fatto uno strappo con l'alfabeto italiano. Non fate i pignoli. Volevo solo dire che la Casa Bianca sta a due isolati dalla Banca, giusto per tirarmela un po'. Non temete l'amico George lo controllo io.
Zanzare. Pare che si arrivi a livelli simil-milanesi in agosto. Per adesso io mi godo la mia nota scarsa appetibilità per le bestiacce.