Aree di miglioramento
Parlare in inglese: ‘Are you going postal’ interessante modo dire che più o meno significa “ti è dato di volta il cervello?, sei impazzito?”. Pare che negli Stati Uniti i postini, che lavoravano per lunghe giornate da soli, fossero soliti uscire pazzi con una certa frequenza. Alcuni di voi non si stupiranno che io abbia imparato questa piccola gemma di cultura americana. ‘how are you doing’ per me voleva dire “come stai” fino a meno di un mese fa. Più o meno rispondevo ‘fine thanks and you?’ è la mia vita scorreva tranquilla. Ad un certo punto invece ho cominciato a realizzare che qui ‘how are you doing’ vuol dire semplicemente ‘Ciao’. Per carità anche in Italia è pieno di gente che ti chiede come stai e in contemporanea pensa veramente a tutt’altro. Ma qui è proprio istituzionale. L’americano medio nemmeno si aspetta che tu risponda. All’inizio rimani un po’ basito (scrivo come Pc parla scusatemi) perché incontri uno che ti chiede come stai e tira dritto senza ascoltare la risposta ma dopo un po’ ci fai l’abitudine, quindi caso mai mi capitasse al mio ritorno non fateci caso ;-)
Cucinare: ebbene si dopo il muro di Berlino cade anche il penultimo mito, ho cominciato a cucinare (rimane solo la sfiga dell’Inter a questo punto). Comincia tutto in una notte buia e tempestosa all’Utopia (locale molto figo su U street). Lo so è un’ambientazione da detective story, invece questo è solo il racconto di come la mia amica econometrica Stefania, abbia raccolto la sfida di insegnarmi a cucinare con lo stesso metodo con cui si programma un computer. “Massi ma sei proprio sicuro?” “Fidati se mi dai l’algoritmo io eseguo”. Per dimostrarlo la sera dopo ho cucinato la pasta con i piselli. Esaltato dal risultato e dalle possibilità di generalizzazione delle regole apprese, il giorno seguente cena con la pasta all’amatriciana. Ormai ero talmente esaltato da sentirmi pronto ad affrontare la carbonara anche senza lo sguardo vigile della programmatrice. Vado al supermercato e per la prima volta compro ingredienti seri (invece di birre e patatine) senza che nessuno mi abbia preparato una lista. La cassiera sorridente mi imbusta il tutto in due lucidi sacchetti di plastica (qui negli Stati Uniti hanno solo il 5% di disoccupazione anche perché fanno fare alla gente questo genere di lavori). Con le ali ai piedi mi avvio su Columbia Road verso casa mia. “Stefano, stasera cucino io non preoccuparti”. Evidentemente gli dei della cucina hanno voluto darmi un segnale. Apro il frigo e comincio a riporre i miei acquisiti. Ad un certo punto il mio piede urta in qualcosa. Abbasso lo sguardo: un topo morto sul pavimento della mia cucina, un topo dentro le buste di Safeway, un topo, ho portato un topo per tre isolati. Urlo e corro fuori di casa all’impazzata. Che schifo! Al povero Stefano è toccato rimuovere il cadavere. Io l’ho preso come un segno del destino. Dopo aver recuperato il battito cardiaco ho invitato il dott. da Empoli al ristorante brasiliano sotto casa e tanti saluti a tutti.
Scegliere casa: c’è chi trova alloggi di fortuna, chi paga una fortuna per una casa, e chi ha una fortuna sfacciata. Io appartengo alla terza categoria. Il mio capo parte per le vacanze e mi dice “Massimo, devo chiederti un grande favore..”, “dimmi pure” mi preparavo al peggio. “Volevo chiederti se potevi trasferirti a casa mia per due settimane mentre sono via. Sai preferisco ci sia qualcuno..”. Fossero tutti cosi i grandi favori, pensavo fra me e me… Cmq nel pomeriggio appuntamento da lui 18 e S (praticamente l’equivalente di Piazza di Spagna a DC). Non credevo ai miei occhi townhouse di tre piani (villone di Velletri im parole povere). Quadri d’autore, giardino, televisore 50 pollici, stereo di ogni genere, quattro camere da letto, biliardino, internet wireless,…. “Magari non fare feste troppo grandi, Grazie, grazie,grazie ancora….” Non la finivano più di ringraziarmi. Dura la vita vero?
Diffidare delle istituzioni prestigiose: ‘e come dicono i proverbi e come dice anche mio zio’ mi sembra cantasse Luca Carboni: ‘L’abito non fa il monaco’, figuratevi poi se riesce a fare l’istituzione finanziaria. Dalla prima giornata di lavoro di S. (si c’è ancora gente al mondo che riesce a fare la sua prima giornata di lavoro a trent’anni, ma dove ho sbagliato io??) alla Fed (la banca centrale americana): al giorno zero vi immaginereste i funzionari della Fed intenti a scrutare il curriculum di S, e non andreste troppo lontani: “Vuoi tè o caffè?” Non crediate sia una domanda innocente. Quando S. ha risposto “caffè grazie”, metà del dipartimento ha gioito tipo gli italiani la notte del Santiago Bernabeu nel 1982, mentre l’altra metà si disperava tipo i tifosi nerazzurri alla fine di pressoché qualsiasi partita di campionato. “ho detto qualcosa di male?” si domandava stupita la pivella. “Avevamo fatto le scommesse su cosa avresti bevuto”, eccome come investono i loro soldi i saggi funzionari…. Finito il momento ludico si era fatta l’ora della riunione nella quale Greenspaan avrebbe annunciato al mondo che intendeva alzare i tassi di interesse. Per carità notizia di grande rilievo. Come l’ascoltano i nostri beneamati? Tutti di fronte alla postazione Bloomberg a fissare sullo schermo il future per vedere se faceva un salto al momento dell’annuncio, gridando “oooooooole” tipo rigore di Roberto Baggio…. Non ho parole!
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