Fiction
Fantasy Island: America, terra delle grandi occasione e opportunità, a questo punto posso testimoniare che non si tratta di un luogo comune. Ad una decina d’isolati dalla Banca lavora Robert Axtell, il ricercatore che nel 1996 ha scritto per i tipi di MIT Press il mio libro di culto “Growing artificial societies: social science from the bottom-up” (non temete non comincio uno dei miei soliti sermoni sugli agenti volevo solo darvi un po’ di contesto….quanto siete malfidati!). La settimana scorsa, il vostro eroe decide di giocarsi il tutto per tutto, e spedisce una delle e-mail più ruffiane che mai siano transitate per la Rete. “Sono una di quelle persone la cui vita è cambiata dopo aver letto il suo libro, vorrei conoscerla”. “Vediamoci per pranzo al Brooking Institute, at your convienence”. Vi rendete conto? At my convenience… Maradona che invita un calciatore di serie C ha fare due tiri con lui! Non credevo ai miei occhi. Seguo i consigli di Stefano e Stefania e carico lo zaino dei miei paper (qui negli Stati Uniti i giovani ricercatori fanno un marketing di sé stessi asfissiante, non è colpa mia).
Brooking Institutions, storico think tank, iperpotente. Mi tremano i polsi. Alla reception mi dicono di salire al decimo piano (gli ascensori sono infiniti quando sei emozionato). Sorridente, con il suo codino da vero computer scientist, Bob (?!?) mi aspetta sulla porta. Entro nel suo studio, sto sognando: venti metri quadri, cinque computer con schermi pieni di simulazioni che girano all’impazzata, e almeno tremila volumi stipati fino al tetto. “Sono nel paradiso della vita artificiale” penso fra me e me. Cominciamo a parlare di duemila cose, il mio lavoro sulle centrali, i libri su cui ho scritto, le radici di “Growing artificial societies”, il futuro della nostra (NOSTRA) infante disciplina. E’ incredibile, ma non mi tocca sorbirmi una lezione. Axtell è seriamente interessato alle mie opinioni. Con scatto felino tiro fuori i paper, sembro uno vero. Insomma per farvi corta una storia che vi avrà già annoiato abbastanza, tutto alla grande. Arriviamo al momento clou (volevo vederlo perché è anche External Faculty dell’istituto di Santa Fe dove spero sempre di andare prima o poi nella vita). “Secondo me hai il profilo perfetto per fare il post-doc a Santa Fe, se non ti dispiace ti vorrei scrivere una lettera di presentazione”…. Magari mi facessero dispiacere sempre cosi!
ER: No, non sto per parlare di George Clooney. Leggendo quello che c’è capitato capirete bene il perché e anche le ragioni per cui lo stesso ex-medico televisivo abbia preferito il lago di Como agli ospedali degli Stati Uniti. In questi giorni la piccola Italia di DC è stata sconvolta dall’ansia e dalla preoccupazione per la nostra amica S., anche lei allieva del prof., e vero punto di riferimento degli italioti nella capitale (sta qui da quattro anni…). Vi risparmio i dettagli clinici, la fatica e l’ansia di tutti noi. Vorrei solamente spendere alcune parole di disprezzo per gli ospedali della capitale: ti presenti. Ti chiedono il nome ed i sintomi, ti misurano la temperatura e a quel punto passano ad assicurazione e carta di credito. Per adesso 250 dollari possono bastare!!!! Sotto choc per l’esborso e l’atteggiamento da impiegato dell’ufficio sovietico di programmazione nel controllare le carte dell’assicurazione, pensi fra te e te “questo è solo il front-desk amministrativo, ora si spalancano le porte del reparto e si scatenano i potenti mezzi di una delle scuole di medicina più famose al mondo”. Se vi capita di fare questo pensiero (ovviamente vi auguro di non trovarvi nella situazione), cercate di scacciarlo perché è un clamoroso abbaglio. In sintesi S. è stata dalle 5 del pomeriggio alle 5 di notte di venerdi per una risonanza magnetica nucleare con referto sbagliato. Lunedì mattina la richiamano e le dicono al telefono “il primario ha riguardato la sua risonanza e pensa che l’esito negativo che le è stato comunicato sia un errore. Venga subito perché temiamo un brutto male”. Con l’angoscia nel cuore Sara si precipita in ospedale alle undici (e con lei mezza Banca Mondiale). Ne uscirà undici ore dopo con un'altra risonanza, e una diagnosi sparata a bruciapelo a tarda sera “Sclerosi Multipla”. “Sono 15.000 dollari si accomodi alla cassa grazie”.
Mi piacerebbe potervi dire che sto scherzando ma purtroppo non è cosi. Aspetti belli: la solidarietà di tutti amici e semplici conoscenti. In queste situazioni capisci perché i gruppi di emigrati si rinsaldano spesso nella loro difesa dell'identità nazionale, la scuola di medicina di Baltimora, dove S. è stata portata grazie ad un aggancio del prof, tutti carini e gentili, l'hanno molto tirata su. Ancora oggi non sappiamo cosa abbia -gli esami sono in corso- ma l'ipotesi più probabile è mielite trasversa. Qui incrociamo tutti le dita.
MacGyver: voi non ci crederete ma nel paese dei pionieri e della conquista dell’Ovest può accadere che due tipi vagamente teoretici (tipo non so il dott da Empoli e il sottoscritto), si ritrovano martelli e giraviti alla mano a montare un futon di Ikea (questi svedesi sono geniali. Non solo riescono a riempire le vere case dei trentenni, ma anche le loro residenze d’oltreoceano) . Stefano mentre martellava come un pazzo a mezzanotte (si lo so complimenti al dinamico duo per la scelta degli orari) “Non avrei mai pensato potesse essere cosi divertente”. Non sapremo mai quanto si è divertita la nostra vicina che dopo un’ora di trambusto e salita implorando di dormire. Serafico il dott. da Empoli l’ha liquidata con “tranquilla, martello per altri venti minuti e ho finito”
Sex and the city: tempi duri per le donne single a DC. Qui vive la comunità gay più grande del mondo (in termini pro-capite). Gli uomini belli, prestanti e raffinati hanno un’altissima probabilità di portare a spasso un barboncino bianco e di amare i gridolini svenevoli (se non ci credete fatevi un giro per la 17sima, il loro quartier generale). Menzione speciale fra le cose che mi è capitato di sentire da membri del gentil sesso “sto diventando allergica ai gay…”. Il maschio single trentenne –in realtà si sono verificati anche casi di ventenni “sedotti e abbandonati” da femme fatale dieci, quindici anni più anziani di loro- è ricercatissimo. Si segnalano tre amiche che per godere dei favori di un aitante skipper sono partite per un giro in barca vela nella baia del Potomac (il mare qui ve lo dovete proprio dimenticare). Immaginerete bene come sono state accolte al loro ritorno quando si è saputo che l’uomo del giorno era settantenne… Quanto a me devo dire che sono un po’ infastidito perché quando conosci qualcuna vedi che ti guarda un po’ strano,…, cosa starà pensando? Nella maggior parte dei casi: “Sarà gay?”. Immaginate che succede se dico che vivo con Stefano… [Non siete autorizzati a fare ironie!]
Law and Order: le regole in questo paese sono regole c’è poco da dire. Provate ad attraversare con il rosso o fuori dalle strisce, l’automobilista medio invece di frenare accelera, cosi ti insegna a rispettare il sistema. I tutori dell’ordine poi non sono da meno in fatto di rigidità: centro commerciale multi-piano (‘acqua marone’). Siamo al terzo piano con le bici. Non riusciamo a trovare l’ascensore e decidiamo di avviarci in discesa per le scale. Peccato che un cartello vietasse l’uso delle scale alle persone con biciclette. Al primo piano un simpatico poliziotto ci intima di risalire fino al terzo piano e di prendere l’ascensore. “Ma come, se le scale sono vietate ci fa ripassare di nuovo di lì?” Inflessibile…. D’altronde, cosa vi aspettate da un paese di riti e misticismo come non si vedeva dalla caduta del regime talebano. Il buon Stefano, pensava di partecipare ad una riunione della FERC (l’autorità federale di regolamentazione dell’energia) e invece si è ritrovato nel bel mezzo di una cerimonia para-religiosa. Tutti in piedi, mano al cuore, rivolti verso la bandiera, a recitare un giuramento che diceva più o meno “in Dio confidiamo e in lui lavoriamo per il bene del suo popolo”
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