16.1.06

Azrou-Midelt-Er Foud-Merzouga: 7 Gennaio

Nella neve: passare una notte in una tormenta di neve non è certo fra i modi più standard di “vivere l’avventura” in Marocco. Noi non ci avremmo mai pensato prima. Con i nostri bei pregiudizi da europei non possiamo pensare all’epico in Marocco in termini diversi dall’arsura nelle sabbie del deserto. Quelli un po’ più avveduti si spingono forse, fino a contemplare l’ipotesi dei brividi durante le notti sotto le stelle fra le nubi. Per quanto ci riguarda, non temete, non ci siamo fatti mancare nemmeno i momenti più cari all’iconologia classica dei viaggiatori del Magreb. In compenso abbiamo preso veramente coscienza di cosa sia l’Atlante. Il mitico gigante che regge la volta del cielo, il luogo di trekking esotici di cui si sente talvolta parlare da soci CAI dall’abbonamento eterno alla rivista della montagna, non è certo un nome nuovo per le nostre orecchie. Eppure, vi assicuro, una cosa è sentirlo pronunciare sui banchi di scuola al liceo, tutt’altra trovarsi al volante di una Palio Bianca su questa catena imponente, con cime fino a 4.000 metri, ricoperta di foreste di cedri centenari d’una bellezza inconcepibile per coloro che abbiano la sorte d’essere toccati dal sacro fuoco della botanica. Sappiate poi che se voleste fare i super-snob potreste proporre ai vostri amici una settimana bianca fra questi monti. Qui nei pressi della località sciistica più alla moda, la Cortina locale, dove per intendersi vanno a sciare i figli del re, i nostri eroi si ritrovavano a guidare sotto una nevicata prima lieve, poi meno lieve, poi decisa e infine veramente appassionata. La notte era calata da un’oretta quando, senza catene da neve, senza cibo in macchina, senza coperte, e con un manto bianco via via sempre più spesso a coprire l’asfalto ci siamo ritrovati su una salita in compagnia di qualche centinaio di vetture marocchine totalmente bloccate nella neve. Eccoli i guidatori delle altre vetture tutti a scendere dai loro mezzi di locomozione, scambiarsi informazioni animatamente, salutarsi, sembrava di essere nella piazza di un paese dell’Italia meridionale il sabato pomeriggio. Tutti avanti indietro a fare lo struscio. Pensate forse che ci si arrenda alla prima difficoltà? Ma nemmeno per idea! Tutti i passeggeri fuori: a spingere, a sbloccare, a cercare rami per farci passare sopra le ruote