8.8.05

Aran Islands: 3 Agosto

Tutto quello che avreste voluto sapere sui B&B (SP)
Bed and breakfast si dice in molti modi. In Irlanda almeno due. Il trifoglio e le famiglie col cuore. Ovvero: quasi tutti i B&B sono affiliati a due organizzazioni, che monitorano, vigilano, premiano, puniscono, serrano e disserrano le chiavi del paradiso: lo Shamrock e le Family Homes of Ireland (ah, poi c’è l’Organizzazione Suprema che segnala i migliori tra quelli del trifoglio, ma insomma non sono appunti per vanesi schizzinosi questi).
Fortuna audaces adiuvat. Un po’ è vero anche per gli ingenui e sprovveduti turisti fai da te, quanto meno è stato vero per noi. A caso (with a little help from the Guide) siamo capitati in un B&B completo di tutto ciò che un B&B deve contenere: vasca da bagno con paperette, servitore muto (che in Irlanda a quanto pare non è una rarità, il che la dice lunga sul grado di civiltà di un popolo…), colazione con muesli da mille e una notte e camerierina carina e timidissima (particolari graditi nell’ordine da me e da M.). Sempre grazie ad un suggerimento della medesima fonte avevamo avuto la buona sorte di capitare in un albergo, la cui colazione era stata decretata, a sentire il portiere, la migliore in vent’anni di carriera da un vecchio e rispettato Ispettore di Colazioni (che non suona poi tremenda come professione).
Ma ad un certo punto viene il momento di dire basta al dilettantismo. Non appena abbiamo capito che c’erano delle regole, delle classifiche, delle tracce da seguire (a guisa di segni esposti fuori dalle case) non abbiamo più potuto esimerci dal discendere nell’agone. O meglio, io l’ho fatto. Il povero M. se ne è fatta una ragione. Così fra grida di giubilo per gli avvistamenti, “il trifoglio!!”, i nostri pernottamenti sono proceduti per il meglio.
Unica eccezione in questo cammino di perfezione secchiona è stata la capitale. Ahi noi quanto ce ne siamo pentiti! A Dublino siamo tornati a seguire i consigli della nostra rozza guida, che magnificava colazioni “sostanziose” e ambiente intimo e accogliente, e ci siamo incaponiti nella ricerca di quello che si sarebbe rivelato un posto piuttosto squallido, con una colazione decisamente essenziale (“substantial” ??? Mai sottovalutare il rischio “false friend” quando comprate una guida in inglese), gestito da vecchie megere, che però M. è riuscito a ingraziarsi con i suoi modi da bravo nipote boy-scout, fino al punto da farci mettere a colazione addirittura ben tre fettine sottili sottili di vecchio ceddar…

Due o tre suggerimenti per i ciclo-turisti (MDS)
Coltivo dentro di me ormai da svariati anni l’ambizione di fare una vacanza da ciclo-turista. I racconti degli amici che negli anni si sono cimentati nei Paesi Bassi o sulle colline irlandesi mi hanno sempre attratto. La difficoltà di combinare compagnie adeguate, itinerari compatibili e forma fisica accettabile mi hanno fatto procrastinare di volta in volta il programma. D’altro canto penso che sia bello avere una pletora di progetti da realizzare: fare il cammino di Santiago, andare con la Transiberiana fino a Pechino, andare in cima al Kilimangiaro, etc., etc. mi da l’idea di una vita che ancora deve svolgersi. E’ una smania diversa da quella dell’esploratore vero e proprio. Non è l’ansia che ti porta al limite delle tue possibilità pur di raggiungere l’obiettivo, è puro piacere di fantasticare eventi la cui non realizzazione si possa benissimo sopportare. Insomma mi fa sentire giovane e poi progettare è attività essenziale per un pianificatore stratega INTJ.
Anche nel caso di questo viaggio irlandese l’idea di fare il giro in bici era stata scartata abbastanza rapidamente, troppi km, troppo peso, troppa pioggia, troppo poco allenamento. Però non volevo proprio mollare del tutto il progetto. Girare a pedali sulle isole Aran (20 km di lunghezza per la principale) era un’ottima soluzione di compromesso, fra l’altro, suggerita da amici che avevano già fatto l’esperienza. L’esperimento è riuscito benissimo nonostante il clima alquanto “breezy”; ne ricavo solo alcune considerazioni che offro manzonianamente in guisa di “sugo” della storia:

  1. Diffidate dalle bici affittate magari anche a caro prezzo ma con una cauzione bassa bassa. In questi casi l’economia non è un opinione e le 18 marce che vi hanno attratto si riveleranno essere funzionanti in non più di tre casi.
  2. Un “lieve saliscendi” è un espressione coniata da qualche sadico o da qualche intellettuale pantofolaio che è andato in bici cosi come Salgari in Malesia e Tolkien nel Regno di Mezzo.
  3. “Il vero giardiniere non si arrende”, ma anche un vero ciclo-turista non deve farlo. Se vi capita di andare alle isole Aran arrivate fino in fondo. L’ultimo chilometro vi ripagherà di tutte le fatiche.