Halden-Oslo 19/VIII/2003
La colazione non mantiene assolutamente le aspettative che la guida aveva contribuito a creare. Il buffet era costellato di strane scatole di patè non ben definiti. Inizialmente avevo inscenato la parte dell'eroe, ma al momento del dunque, dimostrando ancora una volta la differenza fra idea e azione, alla vista di quelle confezioni allucinanti non me la sono sentita e ho ripiegato sul classico pane e burro.
Battesimo del fuoco alla guida: i 100 all'ora norvegesi standard nel breve tratto che ci separa da Oslo.
La nostra prima metà è il Munch Museet, in quello che la guida considera uno dei quartieri più pericolosi della città. Dopo attenta ispezione un'interrogativo: "Ma questi che quartieri hanno visto nella vita?" A me sembra di stare in Svizzera. D'altronde chi dice come è triste Venezia dovrebbe passare un fine settimana a Gela....
Il museo si trova in un parco, in un edificio costruito negli anni sessanta appositamente per ospitare la collezione, lascito del pittore alla cittadinanza (tutto sommato una cosa diffusa qui in Scandinavia).
Nonostante la pioggerella battente che ci accompagna dalla mattina e la luce grigetta, la visione dell'estremo ordine e dell'efficienza del museo mi tirà sù il morale. Fino a 15 giorni fa per me Munch era quello del "Urlo" visto sui libri di scuola e basta. Una settimana fa avevo letto di lui sulla Rough Guide.
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